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5 modi per scongiurare l’estinzione secondo la Claudius Peters, un “dinosauro” della produzione industriale

claudius peters

Claudius Peters è il nome di un’azienda che probabilmente non tutti conoscono. Il colosso che produce sistemi per trattare e lavorare i materiali negli impianti per la produzione di cemento, gesso, acciaio e alluminio non mette a rischio il dominio dei media da parte di Amazon o Tesla, ma Thomas Nagel, direttore operativo e del settore digitale della Claudius Peters, sta portando l’azienda a diventare un leader globale per tutto ciò che riguarda l’innovazione digitale.

Fondata nel 1906 e con sede a Buxtehude, nella cintura di Amburgo, la Claudius Peters è una multinazionale con una dozzina di filiali in tutto il mondo. Le dimensioni e l’età potrebbero farci vivere sereni. “Ma avere 100 anni di vita significa anche che siamo come dei dinosauri”, dice Nagel. “Questo ci pone una domanda fondamentale: come può un “dinosauro” evitare l’estinzione?”

Nagel è arrivato alla Claudius Peters 26 anni fa assumendo i ruoli, potenzialmente in contraddizione, di direttore operativo e di responsabile del settore digitale e sostenendo la necessità di cambiare con il tempo, mentre molti manager che lavoravano in azienda da più anni opponevano resistenza.

“È stato molto difficile, perché insistevano nel voler lavorare con metodi antiquati”, continua Nagel. “Continuavano a puntare sul concetto di gerarchia, ma la realtà dei nostri giorni non funziona più così. Oggi cerchiamo persone di talento, in grado di assumere ruoli diversi, assegniamo ogni compito alla persona più adatta e ci assicuriamo che questa sia messa in grado di svolgerlo avendone le competenze necessarie”.

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La sede centrale della Claudius Peters si trova a Buxtehude, nell’area metropolitana di Amburgo. Per gentile concessione di Claudius Peters.

La Claudius Peters ha adottato gli strumenti di progettazione digitale per la prima volta nel 2007. Dieci anni dopo, Nagel ha partecipato al convegno 2017 della Autodesk University, uscendone colpito dalla tecnologia emergente del design generativo. “Abbiamo iniziato a provare il design generativo senza avere un progetto preciso o un obiettivo reale”, ammette Nagel.

Soltanto un anno dopo, la Claudius Peters è stata premiata dalla Autodesk University come Innovatore dell’anno per il 2018, per i risultati raggiunti grazie all’adozione del design generativo e il percorso di innovazione, con un’iniziativa chiamata “Eccellenza ispirata”. I principali obiettivi dell’iniziativa comprendono l’aumento della soddisfazione del cliente e della qualità finale dei prodotti, oltre alla riduzione dei tempi di risposta e dei costi.

Per le prime prove di design generativo, i progettisti dell’azienda si sono focalizzati su un grande pezzo metallico stampato, costoso da produrre e pesante. Dopo quattro ore di formazione, gli ingegneri di Nagel hanno progettato una parte alternativa sarebbe stata il 25 per cento più leggera. L’analisi con il metodo degli elementi finiti (FEM) ha mostrato che il nuovo componente, prodotto a partire da piastre saldate con laser anziché essere stampato, sarebbe stato più resistente, più semplice e più economico.

La scala delle ricadute dei prodotti dell’azienda è cruciale per comprendere l’impatto dell’ascesa tecnologica della Claudius Peters. Inoltre, permette anche di conoscere qualcosa in più sulla produzione del cemento, una tecnologia antica che ci riporta indietro fino ai tempi dei Romani.

Per muovere i primi passi nei progetti di design generativo, il gruppo della Claudius Peters ha scelto di migliorare una parte metallica perché grande, pesante, stampata e costosa da realizzare. Per gentile concessione di Claudius Peters.
 
Poi, il gruppo ha scelto di mandare in produzione con metodi tradizionali la soluzione prodotta grazie al design generativo analizzandola con il reverse-engineering. Per gentile concessione di Claudius Peters.
 
La parte così ottenuta è risultata molto più leggera e facile da produrre. Per gentile concessione di Claudius Peters.

La produzione commerciale di cemento richiede di macinare ingenti quantità di ciottoli di marna per produrre il cosiddetto “clinker”, in un processo fortemente energivoro e che necessita di impianti enormi. Per ottenere il prodotto finito si deve poi raffreddare il clinker a circa 90 °C. L’ETA Cooler® della Claudius Peters può lavorare qualcosa come 13.000 tonnellate di clinker al giorno.

Il macchinario può raggiungere i 50 metri di lunghezza per 25 metri di larghezza, cioè una superficie pari a quasi un quarto di un campo da calcio. Il processo di fabbricazione utilizzato per produrre il raffreddatore prevede lavorazioni metalliche per produrre parti massicce come le tubazioni di raffreddamento, attraverso cui passa il clinker caldo. Usando il software Inventor di Autodesk e l’analisi FEM, un gruppo di lavoro interdisciplinare ha sviluppato un modo più intelligente e semplice per produrre i raffreddatori in poche ore anziché in diversi giorni. “Non dobbiamo più eseguire lavorazioni sulle tubazioni, ora otteniamo la stessa qualità unendo e saldando le parti tra loro”, spiega Nagel.

Visto il calore richiesto e l’obiettivo del processo, non c’è da stupirsi che la produzione di cemento produca enormi quantità di gas serra, contribuendo per l’8 per cento alle emissioni globali di anidride carbonica. “Anche se la Claudius Peters non si è fatta guidare principalmente dall’impronta di carbonio nel suo progetti di reingegnerizzazione, questa ha permesso di raggiungere notevoli miglioramenti relativi all’efficienza energetica del processo, che a loro volta hanno aiutato a ridurre gli impatti ambientali negativi”, dice ancora Nagel.

La strategia aziendale di innovazione richiede un gruppo di lavoro interno di larghe vedute, un buona capacità di creare reti e dei partner solidi. “Se continuiamo ad avere compagni di viaggio come Autodesk, potremo evitare l’estinzione o la distruzione, restando competitivi sul mercato”, afferma Nagel. Di seguito elenca cinque punti critici emersi durante il percorso dell’azienda verso l’”Eccellenza ispirata”.

Soltanto un anno dopo aver iniziato a esplorare il design generativo, la Claudius Peters ha vinto un riconoscimento presso la Autodesk University per l’innovazione dovuta all’adozione di nuove tecnologie. Per gentile concessione di Claudius Peters.

1. Capire che cambiare non è (solo) un progetto, ma un modo di pensare

Trasformare la Claudius Peters in un’azienda più snella ha richiesto, e continua a richiedere, di sviluppare nuove capacità e una nuova cultura.

“Cambiare è un po’ come nuotare”, spiega Nagel. “Provi, ti eserciti e alla fine ti piace anche. Capita la stessa cosa quando si vuole cambiare qualcosa dal punto di vista gestionale: occorre capire che il cambiamento può essere indolore e che, con un po’ di esercizio, può anche diventare divertente”.

2. Dare più potere agli agenti di cambiamento

Anziché imporre dall’alto cambiamenti radicali, Nagel fa in modo che questi si attuino per mezzo di progetti dalle modeste ricadute innovative ma che uniscono gruppi e discipline diverse. “Semplicemente lascio loro la libertà di sviluppare e mettere in pratica delle idee”, illustra Nagel. “Chiamo queste persone ‘Agenti agili’”.

Gli ‘Agenti agili’ hanno la responsabilità di portare innovazione nei loro prodotti e di promuoverne l’adozione all’interno della Claudius Peters. “Non occorre che il cambiamento sia guidato da un ritorno immediato: fa parte della nostra etica. Spesso, quando iniziamo, non ci poniamo il problema del ritorno dell’investimento: semplicemente adottiamo il cambiamento”, aggiunge ancora Nagel.

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Thomas Nagel, direttore operativo e del settore digitale della Claudius Peters, è entrato a far parte dell’azienda 26 anni fa. Per gentile concessione di Claudius Peters.

3. Fare leva sull’inventiva degli studenti

La Claudius Peters ha portato nuova linfa per alimentare l’innovazione assumendo una squadra di giovani talenti. In Germania, i programmi delle Facoltà di ingegneria richiedono in genere 20 settimane di tirocinio presso un’azienda per ottenere la laurea; per questo, la Claudius Peters mantiene contatti stretti con le università tecniche della zona di Amburgo, spesso assumendo i tirocinanti dopo la laurea.

“Reclutiamo tirocinanti che possano stare con noi da 15 a 20 ore a settimana, durante gli studi”, dice Nagel. “Anche i tirocinanti possono essere agenti di cambiamento: i piccoli progetti permettono di evidenziare le loro capacità tecniche incoraggiandone l’iniziativa”.

“Affidiamo agli studenti compiti che non riusciamo a svolgere da soli: ‘Allora, il problema è questo ma noi non riusciamo a risolverlo da soli. Abbiamo bisogno del vostro aiuto’”, spiega Nagel. “E loro ce lo danno. Sono allenati a imparare, a studiare un problema nuovo scavando a fondo per comprenderlo”.

4. Incorporare nuovi strumenti e nuove tecnologie

Uno dei pilastri dell’innovazione vista da Nagel è riconoscere che l’adozione di nuovi strumenti e metodi non sarà necessariamente compatibile con i processi consolidati. “L’invenzione della lampadina non è stata un semplice miglioramento della candela”, osserva. “Adottare il design generativo è una scelta che richiede competenze completamente nuove e che, si spera, porterà a un salto tecnologico che permetterà di risolvere problemi completamente nuovi”.

“Stiamo anche mettendo alla prova la fluidodinamica computazionale (CFD) per studiare come ottimizzare le cadute di pressione nei nostri impianti, cercando di risparmiare energia nelle ventole o nei motori”, prosegue.

5. Andare incontro alle variazioni delle esigenze e dei valori dei clienti

Molti dei progetti innovativi della Claudius Peters nascono e vengono sviluppati all’interno dell’azienda stessa, ma alcuni si concentrano sulle priorità del cliente. Riuscire ad adattarsi a queste richieste esterne è un altro obiettivo legato all’innovazione. Trovare un punto d’incontro con gli obiettivi del cliente riguardo alle pratiche di sostenibilità aziendale è una priorità.

“Dobbiamo avere a cuore le nostre risorse e ottimizzare, ad esempio, il consumo di energia”, conclude Nagel. “Perciò abbiamo sviluppato dei progetti come l’ETA Cooler®, messo in funzione nel 2003. Ha un’incredibile efficienza energetica e recupera gran parte del calore utilizzato nel forno per ridurre il consumo di combustibile. Essere rispettosi e corretti nei confronti delle risorse porta enormi benefici, oltre al fatto che ne trae vantaggio anche il cliente, che risparmia denaro grazie alla riduzione dei consumi energetici. I nostri clienti si pongono obiettivi di sostenibilità impegnativi: può essere un aiuto mostrare loro che le tecnologie da noi adottate vanno in quella direzione”.