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I ponti modulari offrono infrastrutture di pronto ripristino in casi di calamità

modular bridge mabey delta

Ideato dall’ingegnere Donald Bailey, e messo in esercizio durante la seconda guerra mondiale, il fu fondamentale per sostenere il ritmo dell’avanzata degli Alleati in Europa. Il modello è costituito da un semplice sistema di travi reticolari in acciaio, che potevano essere collegati sezione per sezione al fine di velocizzare il montaggio e lo smontaggio. Questo modello con la sua versatilità segna un trionfo precoce per l’infrastruttura modulare e rapidamente dispiegabile.

Mabey Bridge, azienda inglese appartenente al Gruppo Acrow, ha ereditato il ponte Bailey e ne ha curato l’evoluzione. Ancora oggi nell’approccio dell’azienda permangono le caratteristiche del progetto originario del ponte modulare: prodotti trasportabili, facili da costruire in modo sicuro e veloce, che richiedono pochi componenti e pochi attrezzi per la costruzione. Mabey Bridge è attualmente impegnata ad ampliare l’eredità del ponte Bailey con nuovi processi di progettazione digitale e di fabbricazione, che mirano ad aumentare la rapidità del dispiegamento, la mobilità e la resistenza del modello.

La società fornisce soluzioni modulari per accelerare la costruzione di ponti in più di 150 paesi. Vanta inoltre una lunga storia di lavori di soccorso in caso di catastrofe, fornendo soluzioni di emergenza per la rapida costruzione di ponti nelle aree colpite da calamità. Questo può consentire l’accesso umanitario immediato, e facilitare la ricostruzione post-evento. Tra i progetti di soccorso dell’azienda spiccano il ponte di emergenza post-tsunami in Sri Lanka e i soccorsi per le inondazioni nelle Filippine, in Pakistan e Portorico, dove l’azienda ha ricostruito il ponte Rio Grande di Arecibo in soli 19 giorni.

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Mabey Bridge ha costruito il Ponte Rio Grande di circa 55 metri ad Arecibo, Portorico, in soli 19 giorni. Per gentile concessione di Mabey Bridge.

Portorico, pur devastato dall’uragano Maria, è in realtà uno dei luoghi più accessibili in cui abbia lavorato l’azienda. “Per molti dei nostri clienti, la sfida consiste nel portare infrastrutture di alta qualità in luoghi remoti del mondo”, afferma Tom Rasmussen, direttore dello sviluppo commerciale di Mabey Bridge. “Stiamo cercando di dotare alcune delle zone più sottosviluppate del mondo di infrastrutture all’avanguardia. Fabbrichiamo prodotti progettati per essere trasportati facilmente, perché questo è ciò che i nostri clienti apprezzano sempre di più”.

I fattori chiave per chiunque abbia urgente bisogno di un ponte sono la capacità di carico, la lunghezza della campata, la durata e l’estetica. Il sistema Delta Bridge è impiegato per i requisiti di carico più intensi e può estendersi fino a 100 metri circa in un’unica campata. Il modello Compact 200 (C200) è ideale per applicazioni rurali e per un rapido dispiegamento su terreni remoti o impraticabili dopo un disastro. Il C200 è il modello più vicino al Bailey Bridge originale e rappresenta la tipologia più popolare dell’azienda. Può essere costruito in gran parte a mano e le sezioni più ingombranti pesano solo 450 chilogrammi: abbastanza leggere da poter essere caricate su un camion. “Una volta posizionate, vi si può far passare un pieno carico autostradale per molti, molti anni”, aggiunge Rasmussen.

Tutti i componenti del ponte sono realizzati per essere inseriti in container. “Gli utenti finali vogliono un prodotto che sia facile da costruire e rapido da dispiegare, perché in questo modo si riduce il costo del progetto e il tempo necessario a realizzarlo”, dice Rasmussen.

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I ponti sono progettati per essere costruiti semplicemente sul posto, con un’attrezzatura minima. Per gentile concessione di Mabey Bridge.

Poiché le condizioni delle zone disastrate possono cambiare da un istante all’altro (l’argine di un fiume che si erode improvvisamente, gli incendi che si propagano, le scosse di assestamento), Rasmussen spiega che ponti di Mabey Bridge possono essere allungati o accorciati in loco, nel mezzo del caos. “Non ci vogliono competenze particolari per eseguire questi adattamenti”, dice. “Non è necessario creare, saldare o tagliare nuovi componenti in loco. Questo è un aspetto davvero importante, soprattutto se si è impelagati nel rapido dispiegamento dell’infrastruttura”.

L’approccio progettuale di Mabey Bridge è quello di rendere quanto più agevole possibile il sistema di giunzione dei ponti. L’innovativo sistema di connessione, che utilizza bulloni e perni per bloccare insieme i componenti modulari, è semplice, ma offre una sicurezza e un’integrità strutturale ottimale.

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I ponti possono essere utilizzati come infrastrutture permanenti, come questo cavalcavia nelle Filippine. Per gentile concessione di Mabey Bridge.

Questa semplicità consente che l’azienda possa affrontare le limitazioni della manodopera e delle infrastrutture laddove i ponti sono più necessari. Nelle regioni sottosviluppate, dove la manodopera qualificata è un lusso, i complessi requisiti di assemblaggio non sono un buon punto di partenza. Molti modelli richiedono poco più di chiavi inglesi, utensili di livellamento, rulli per il trasporto di sezioni di campata e un carrello elevatore a forca. Con questi strumenti, i ponti più piccoli di una quarantina di metri possono essere allestiti in due o tre giorni; i ponti più lunghi richiedono dalle otto alle dodici settimane.

Tuttavia, rapidità di montaggio non equivale a durata breve. “Non progettiamo ponti temporanei”, afferma Rasmussen. Abbiamo modelli di alta qualità, che possono diventare infrastrutture permanenti, anche se possono essere facilmente smontati e riposizionati, se necessario.

Per stimolare la digitalizzazione e la crescita, Mabey Bridge ha cominciato ad avvalersi della tecnologia Autodesk nel 2017. La società aveva individuato due sfide principali. In primo luogo, mirare a migliorare l’esperienza del cliente e l’accesso alle informazioni, fornendo preventivi più rapidi e riducendo i tempi di risposta. In secondo luogo, migliorare la condivisione interna delle informazioni, razionalizzando i processi per una maggiore efficienza. Le squadre di lavoro spesso si rendevano conto di avere difficoltà a gestire il volume di richieste da parte di potenziali clienti: raccogliere tutte le informazioni necessarie per generare preventivi era impegnativo, con conseguenti ritardi.

Negli scenari di eventi calamitosi in cui ogni minuto è fondamentale, comunicare le specifiche in maniera completamente visuale ai clienti – che hanno familiarità con il territorio e saranno in grado di fare aggiustamenti – può salvare vite.

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Un ponte Compact 200 in Mozambico. Per gentile concessione di Mabey Bridge.

“Tutti i nostri prodotti sono modellati in BIM, sia per la produzione in fabbrica che per la creazione di disegni e immagini destinati ai clienti”, continua Rasmussen. “I nostri committenti chiedono modelli virtuali per poterli incorporare nei loro modelli BIM di progetto durante le fasi di pianificazione. In questo contesto la modellazione dello scenario è molto facile e molto più rapida, in quanto è possibile regolare i parametri del ponte per ottenerne uno più lungo o più ampio o per visualizzarlo in diverse posizioni. E se si volesse una campata più lunga? Basterebbe passare alla realtà aumentata. C’è valore in tutti questi strumenti. E c’è molto da divertirsi”.

Mabey Bridge è alla continua ricerca di modalità innovative per integrare in modo intelligente i propri disegni nei progetti dei clienti e per realizzare i prefabbricati del futuro da impiegare nella costruzione dei ponti; il ponte Bailey è stato un precursore di questa rivoluzione. “Le infrastrutture del futuro saranno realizzate in fabbriche come la nostra”, dichiara Rasmussen. “Proprio come il ponte Bailey, qui la modularità è al suo posto, ora e per molti anni a venire”.