Storia di successo: STI Engineering
Storia di successo: STI Engineering
Share this story
“Con AEC Collection di Autodesk abbiamo ampliato i nostri servizi di Digital Construction Management e Project Management digitale, consolidando così il nostro modello di business.”
Stefano Massarino, CEO & Chairman di STI Engineering.
Crediti: immagini gentilmente concesse da STI Engineering
STI Engineering è una società che offre servizi di ingegneria multidisciplinare e consulenza nel settore delle costruzioni civili e degli impianti industriali.
L’offerta di STI Engineering (dove STI sta per Soluzioni Tecnologiche Integrate) è mirata a supportare il cliente nella trasformazione delle proprie idee e necessità in opere compiute e funzionanti. Ad una serie di servizi consolidati nel tempo, che spaziano dai diversi gradi di approfondimento della progettazione (dagli studi di fattibilità ai disegni costruttivi), alla gestione delle attività di costruzione (Project e Construction Management), STI Engineering ha affiancato strumenti e competenze digitali che permettono di migliorare sensibilmente la qualità di quanto fornito e di proporsi al mercato con un’innovativa gamma di servizi digitali di ultima generazione.
Crediti: immagini gentilmente concesse da STI Engineering
Dall’idea, nata oltre trent’anni fa, di costruire un’azienda in grado di supportare con servizi tecnici multidisciplinari i propri clienti, STI oggi è una realtà internazionale che fa capo alla holding STI Corporate S.p.A. e attiva nei diversi continenti attraverso 8 società di ingegneria (presenti in Italia, Russia, Slovenia, Oman, Messico, Paraguay, Argentina, USA), con 12 uffici e oltre 350 ingegneri.
STI, che opera attraverso quattro diverse Business Line (Building, Industrial, Energy & Chemicals, Marine), ha sempre reputato un proprio punto di forza la capacità di mettere a fattor comune le esperienze maturate in settori apparentemente molto diversi. Grazie alla fiducia dimostrata dai propri clienti (tra i principali player mondiali dei diversi settori in cui opera) e grazie alla complessità dei progetti svolti, STI Engineering ha potuto provare sul campo e mettere a frutto l’approccio collaborativo e gestionale basato su strumenti BIM.
Innovazione e digitalizzazione sono da sempre parte del DNA di STI Engineering. “Abbiamo iniziato scrivendo codice nel mondo dell’automazione e ci consideriamo pionieri nella modellazione parametrica e della gestione informatizzata dei processi di progettazione”, dichiara Stefano Massarino, oggi CEO & Chairman dell’azienda. “L’esperienza nel settore petrolchimico, un campo già all’avanguardia nei primi anni duemila, ci ha consentito di acquisire competenze digitali che abbiamo esteso al mondo delle costruzioni civili e industriali”.
Fin dall’inizio è stato chiaro che il maggiore limite dei modelli parametrici era rappresentato dalla difficoltà di rendere disponibile e facilmente condivisibile la gigantesca mole di dati raccolti in ogni oggetto.
Nonostante la tecnologia disponibile non fosse ancora matura, STI aveva il chiaro obiettivo di trovare il modo di condividere i dati presenti in un modello tridimensionale tra le discipline coinvolte, direttamente nella loro forma originale e senza passare per il tradizionale, ma chiaramente superato, disegno 2D. Motivata da questa convinzione, STI ha investito in ricerca e sviluppo ed è riuscita a sviluppare prototipi digitali in grado di far vivere ai propri clienti l’esperienza di navigazione e interazione con i modelli 3D attraverso primitivi sistemi immersivi.
“Abbiamo seguito attentamente l’evoluzione del mercato”, continua Massarino, “e soprattutto abbiamo saputo intercettare le realtà interessate ad applicare soluzioni totalmente digitali nel monitoraggio e controllo delle attività di costruzione e di gestione dei propri investimenti. L’opportunità è arrivata e ha imposto un salto di qualità, con la scelta del BIM come ambiente operativo multidisciplinare e a più dimensioni, grazie al quale affinare i servizi di Digital Construction Management e Project Management digitale, oggi vero fiore all’occhiello di STI”.
L’integrazione di Architecture, Engineering & Construction Collection di Autodesk ha costituito così la naturale evoluzione di questo processo e ha messo a disposizione di STI una piattaforma BIM supportata da un ambiente comune di dati basato sul cloud in cui sviluppare progetti in modo efficace, dalle fasi iniziali al modello esecutivo.
Tra le esperienze di STI Engineering con l’uso di AEC Collection di Autodesk, la realizzazione del nuovo stabilimento Vetropack - azienda annoverata tra i principali produttori europei di imballaggi in vetro per l’industria alimentare e delle bevande - di Boffalora sopra Ticino (MI) restituisce il profilo di una realtà professionale multidisciplinare che ha fatto del BIM, inteso come sistema progettuale unificato intelligente, funzionale, semplificato e sostenibile, un vero e proprio standard operativo, disegnato su misura sui processi organizzativi.
L’incarico per la progettazione della nuova sede italiana di Vetropack è stato commissionato nel 2018 da GSE Italia, filiale italiana del General Contractor francese specializzato nel settore della logistica, industria e terziario. “Si tratta di uno dei più grandi stabilimenti costruiti in Italia negli ultimi anni: un sito produttivo esteso su un terreno di 347mila m2, di cui circa la metà destinato all’edificazione”, chiarisce Valentina Guagenti, Branch Manager Milano. Un progetto da sviluppare, dal preliminare all’esecutivo, in tutte le componenti necessarie ed esteso a tutti gli edifici/aree del sito (produzione, stoccaggio, magazzino, locali tecnici, uffici, laboratori e aree esterne e perimetrali), in cui gli strumenti della suite AEC Collection sono stati decisivi.
“Attraverso Autodesk Revit sono stati predisposti i modelli architettonici, strutturali, elettrici e impiantistici di ogni area”, esordisce Umberto Beneventano, BIM Manager. “I modelli sono stati in seguito federati con Autodesk Navisworks, grazie al quale è stato possibile anche verificare le interferenze attraverso tecnologie di realtà immersiva, in grado di fare la differenza per operazioni di controllo interdisciplinare di progettazioni così complesse”. Il tutto lavorando simultaneamente, grazie alle opportunità offerte dalla modellazione parametrica, su un unico ambiente a più dimensioni.
Il progetto architettonico sviluppato da A2N Studio Associato Architetti ha così preso vita di pari passo con le altre discipline, a partire dagli impianti HVAC e MEP. “L’instradamento delle reti idroniche e di scarico è stato oggetto di continui adeguamenti”, sottolinea Federica Crivelli, HVAC Engineer. “Con l’uso di Revit il nostro modello si adattava automaticamente ai cambiamenti apportati e ogni disciplina ha potuto operare sempre sulla versione più aggiornata del progetto”.
Una funzionalità fondamentale anche per la componente strutturale. “L’utilizzo degli strumenti BIM ci ha permesso di aggiornare costantemente gli elementi in base ai carichi forniti dall’ingegneria di processo”, precisa Marco Scattareggia, Structural BIM Engineer, “di conseguenza ci è stato chiesto di rivedere il dimensionamento della struttura, un’operazione che, con un approccio tradizionale, sarebbe stata impensabile”.
Crediti: immagini gentilmente concesse da STI Engineering
L’impiego degli strumenti dell’AEC Collection di Autodesk ha messo a disposizione di tutti i team coinvolti nella progettazione del nuovo stabilimento Vetropack una piattaforma unica per la modellazione e la gestione delle diverse discipline coinvolte. La collaborazione di più persone operanti in aree differenti del progetto – ma negli stessi tempi – è un nuovo modo di pensare la progettazione. Non solo. Una corposa parte del modello è stata sviluppata da remoto durante il periodo più duro della pandemia da Covid 19. “La gestione a distanza e da più postazioni domestiche di una quantità di modellazione così ampia per un sito così esteso sarebbe stata molto complicata - se non impossibile - durante il lockdown, senza un ambiente unico di interscambio come Revit”, puntualizza Beneventano.
Ma, anche in condizioni normali, un progetto può cambiare nelle sue componenti anche più sostanziali quando la richiesta viene dal cliente. “Alcune modifiche del modello architettonico hanno coinvolto a cascata la distribuzione impiantistica e l’adeguamento delle scelte strutturali”, continua Beneventano. “L’impiego di software come Revit che forniscono una base unica e condivisa ci permette un confronto in tempo reale e la possibilità di dare risposte in tempi brevi”.
Benefici anche sotto il profilo della sostenibilità. “La possibilità di avere un modello coordinato tra le varie discipline permette di razionalizzare gli impianti, evitando così un sovradimensionamento dei componenti ad essi collegati e permettendo il raggiungimento di un risparmio sia economico che energetico”, sottolinea Crivelli. Un capitolo a sé riguarda infatti l’impiego di Revit per il calcolo del computo metrico estimativo dei materiali e il tempo risparmiato che la digitalizzazione di un processo come questo comporta. “Sono state apportate diverse varianti lungo i due anni e mezzo in cui il progetto Vetropack ci ha impegnati”, conferma Beneventano. “Revit ci ha permesso di tenere costantemente aggiornati il nostro contractor e il cliente finale su costi e quantità”.
Anche Navisworks si è rivelato altrettanto decisivo per la gestione e il coordinamento dei modelli federati, una funzionalità che sta già consentendo a STI Engineering l’impiego di strumenti di realtà virtuale immersiva in nuovi progetti per approfondire le analisi dei dettagli di tutte le discipline – anche con partner e clienti - e risolvere i problemi in anticipo. “Una naturale evoluzione della progettazione con la metodologia BIM riguarda l’utilizzo della realtà aumentata”, chiarisce Beneventano. “Quest’ultima, applicata grazie all’utilizzo di Navisworks e relativi plug-in, ci permette già di intercettare eventuali discrepanze tra digitale e fisico, in modo da aggiornare il modello, arricchirlo di ulteriori dati e ottenere il digital twin as built di quanto realizzato”.
L’esperienza acquisita attraverso un progetto così complesso come il nuovo stabilimento di Vetropack consente oggi a STI Engineering di guardare al futuro con ancora maggiore ambizione. “La gestione del dato è il livello successivo della digitalizzazione delle costruzioni”, conferma Beneventano. “Le informazioni raccolte in progettazione e corrette in cantiere possono aprire nuovi scenari di business nella gestione di quello che costruiamo. Il futuro ci porta in quella direzione”.
E il giudizio di GSE è in linea con il successo di questa esperienza. “Siamo soddisfatti del lavoro svolto in sinergia con STI Engineering su un progetto di estrema rilevanza quale la realizzazione del nuovo stabilimento produttivo di Vetropack”, conclude Valentino Chiarparin, Country Manager GSE Italia. “Una visione condivisa per una fruttuosa collaborazione che ci ha permesso di raggiungere gli obiettivi prefissati”.